Verso il suffragio universale
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La legislazione elettorale, delicatissimo snodo tra i cittadini e la loro rappresentanza politica, fu elaborata dal Parlamento solo nel 1882.
La legge del 22 gennaio 1882, n. 999, ammise all'elettorato tutti i cittadini maggiorenni che avessero superato l'esame del corso elementare obbligatorio oppure pagassero un contributo annuo di lire 19,80; in tal modo si realizzò un cospicuo allargamento del corpo elettorale che passò da circa 628.000 ad oltre 2.000.000 di elettori, cioè dal 2% al 7% della popolazione totale che contava 28.452.000 abitanti. Furono anche modificate le circoscrizioni con riferimento alle province e si costituirono collegi con due e fino a cinque rappresentanti, adottando lo scrutinio di lista. Venne così abolito lo scrutinio uninominale, ma l'esperimento non diede risultati soddisfacenti e con la legge 5 maggio 1891, n. 210, si tornò al sistema precedente.
"La riforma elettorale iscritta sulla bandiera della sinistra è un impegno d'onore" aveva dichiarato Benedetto Cairoli presentando il suo governo alla Camera il 26 marzo 1878, ma il movimento in favore del suffragio universale, promosso fra gli altri da Giuseppe Garibaldi e da Felice Cavallotti era ancora largamente minoritario nel Parlamento.
- Emendamento Fortis-Cavallotti ed altri al progetto di legge elettorale di Cairoli. [ASCD, DPLIC, vol. 304, fasc. 38]
- Emendamento Sonnino ed altri al progetto di legge elettorale di Cairoli. [ASCD, DPLIC, vol. 304, fasc. 38]